La parola dei lettori: Elena Ros
Fashion blogger: con l'avvento della fotografia digitale purtroppo o per fortuna chiunque può fregiarsi di questa "qualifica". (Sic!)
Purtroppo perché siamo costretti a vedere in continuazione casi umani socialmente preoccupanti ostentare "autfits"decisamente discutibili, (senza considerare l'estetica quasi sempre mancante); per fortuna perché questi ridicoli personaggi ci fanno almeno sorridere quando non addirittura scompisciare dalle risate.
Mentecatte scellerate che si fanno fotografare abbigliate in modo improbabile in mezzo a lande desolate e campi di grano (o balle di fieno), specie di eunuchi minorenni (pardon,metrosexuals), inguainati in jeans di due taglie più piccoli del normale a forte rischio sterilità e truccati tipo il cantante dei tokyo hotel. Ragazzine impuberi e senza forme che si autodefiniscono "rebel" abbigliate in stile punk/emo/dark con giacche dalle spalline puntute ed enormi (roba che chi le metteva nei magnifici anni 80 ancora se ne vergogna), occhi bistrati e spalancati stile bambi, leggings (i cari vecchi fuseaux ora tornati alla ribalta) effetto pelle e scarpe che strizzano l'occhio al fetish più puro.
BASTA!
Non se ne può davvero più!
Anche perché non è finita qui, questi lesionati doc oltre a non avere il benché minimo buon gusto sono anche analfabeti.
Passi il non saper scrivere in inglese corretto (ci sono delle perle di ignoranza da far impallidire sia il giornalista Severgnini,cultore dell'idioma britannico, che Geronimo Stilton il topo ingiacchettato), ma questi fenomeni da baraccone non conoscono nemmeno la lingua italiana e ci "deliziano"con orrori ortografici (qui siamo ben oltre la soglia del semplice errore), un uso sconsiderato della punteggiatura e coniugazioni verbali da far spavento.
Purtroppo non posso fare nomi né pubblicare i links dei loro blogs (un po’ ne soffro, perorerebbe meglio questa causa) ed è un vero peccato perché ci sarebbe davvero da divertirsi, ho appena finito di farmi un giro su una simpatica paginetta di facebook dedicata ai sedicenti fashion bloggers e sto ancora ridendo.
O meglio rido per non piangere, perché se è vero che i fession bloggers sono degli sfigati al cubo purtroppo mi tocca dire altrettanto dei loro followers che li venerano incrementando così il loro ego già smisurato.
Ora quello che dobbiamo chiederci è il perché abbiano così successo e siano così seguiti...facciamo pure un bel mea culpa, la nostra società sta andando allo sbando, le papi-girls impazzano, Nicole Minetti viene paparazzata ovunque, il senso del pudore non esiste più e questo è uno dei risultati.
Contiamo insieme le parole inglesi che mi è toccato inserire in questo thread (hehe..): sono tante, troppe, "fashion bloggers", "outfit", "metrosexuals", "rebel"...decisamente la situazione ci sta sfuggendo di mano...non sarebbe forse il caso di cominciare a chiamare le cose con il loro nome italiano? Tipo "fashion blogger", "colui/colei che ha un noiosissimo diario in rete su cui (s)parla di moda e degli ancor più noiosi affari suoi", ha un appeal talmente poco esotico che nessuno li nominerebbe più.
Meno fashion e più alfabetizzazione per favore. Vale anche (e sopratutto) per te cara "insalata bionda".
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