lunedì 1 agosto 2011

Ho voglia di lambrusco (liberamente ispirato da "Ho voglia di caffé", Ligabue)

Allora, sono nel borgo, seduto al tavolino di un bar,
sto bevendo una bottiglia di lambrusco e sfogliando un libro di Guccini
e sbocco
-risate-

Mi si avvicina un “paramedico”
E mi scruta in modo molto preoccupato
allora mi fa “serve una mano?”

Mi asciugo i rivoli di sbocco,
e guardandolo con aria di sfida, biascico: “ non vedi che sto sboccando?”
lui mi appoggia una mano sulla spalla e mi fa “ma tu stai male!”
e io gli faccio “ammettiamo per assurdo che sboccare significhi stare male,
anche in quel caso, non vedo proprio come tu mi possa aiutare”.
-risate-

Ma lui non si schioda, mi guarda sempre più apprensivo e fa: “c’è del sangue nel suo sbocco”
“ammettiamo che ci sia del sangue nel mio sbocco, di certo non basta a farmi fuori”
Lui diventa enigmatico, e proclama: “ma avere del sangue nello sbocco è sintomo di emorragia gastrica”
Io guardo lui, lui guarda me, poi mi punta di nuovo il dito e dice: “per salvarle la vita, bisognerebbe fare al più presto una flebo”.
Io guardo lui, lui guarda me, sbuffo, e annoiato, dico “per fare una flebo, COME MINIMO ci vogliono ago e vena”.
-risate-
“ma lei ha mai fatto il test per l’epatite C?”
“mi dispiace arrecarle questa grave delusione, ma non ho mai varcato di mia spontanea volontà le soglie di un ospedale”
-applausi-
“ma cosa sta facendo? Cosi si uccide!”
“se avessi prestato un minimo di attenzione, ti saresti accorto che sto finendo la quarta bottiglia di lambrusco e sto sboccando sopra il tavolo”
Allora lui prova a tirarmi su, e con un tovagliolino cacciato dalla tasca, mi pulisce la faccia.
“la facevo più serio”
“mi spiace arrecarle la seconda, atroce delusione nell’arco di pochissimi minuti ma guarda caso, non ritengo che sboccare sia una cosa poco seria”.
Lui recupera il tovagliolo grondante di sbocco misto a sangue, se lo ricaccia in tasca, e mi fa: “il suo colorito non è per nulla sano” e mi suggerisce di posare la bottiglia di lambrusco che sto bevendo.
“ma tu “paramedico” hai una vaga idea di quanto mi sia costata questa quarta bottiglia di lambrusco?”
Lui mi guarda senza capire, e aggiunge in fretta “forse se corriamo possiamo arrivare in tempo”.
“allora, anche ammesso che io corra, ‘non è tempo per noi, e forse non lo sarà mai’”
-applausi dal pubblico, Liga accenna il pezzo alla chitarra-

Lui senza fare una piega prova a prendermi sulle spalle e, forse per l’inatteso contatto, forse per il cambio di temperatura, sta di fatto che mi cago addosso.
E portavo i miei soliti pantaloni di pelle.
Il paramedico tira fuori di tasca un cellulare e grida preoccupato “preparate la sala per una trasfusione di sangue”
Io dalle sue spalle, lo scruto dubbioso, e asserisco “per fare una trasfusione, ci vuole COME MINIMO un donatore compatibile”
Il gigantesco paramedico mi trascina fino al sedile posteriore della sua auto. , lui guarda me, io sbocco in macchina, lui guarda lo sbocco, poi guarda me, io guardo lui e gli faccio “per fare un autografo, ci vogliono COME MINIMO carta e penna”.
Lui mi guarda sbigottito e mi apostrofa: “sto provando a salvarle la vita anche se la sua musica mi fa cagare”.
“la mia musica le farà cagare, sta di fatto che io mi sono cagato addosso”
-applausi, qualche fischio, “bravo!”dal pubblico-

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